Si può decidere
19/05/07 10:31
Credere in qualcosa di superiore è prima di tutto una
questione di fede. C’è chi trae tanta forza da questa
fede e riesce a fare delle cose meravigliose, tante
piccole azioni che riescono a regalare la speranza in
tante persone. Ma c’è anche chi non crede
nell’esistenza di Dio e della Chiesa. Qui mi si
potrebbe obbiettare che il discorso sulla fede e quello
sulla chiesa sono separati e quindi non possono essere
presi e gettati nello stesso pentolone. Allora faccio
una precisazione: credo che non si possa scindere fede
da appartenenza ad una chiesa, soprattutto se si
seguono dei riti consolidati, dei sacramenti etc. Ho
spesso ravvisato nelle discussioni tra amici un
atteggiamento strano, forse figlio di una voglia di
affrancamento da un potere consolidato come può, ed è,
quello della Chiesa Cattolica. Non saprei come definire
questo atteggiamento, forse figlio di una cultura
secolarizzante che giunge fino alla sfera delle persone
credenti. Chi poteva affermare fino a 50 anni fa di non
credere nella chiesa? Oggi questo sentimento è sempre
più diffuso. Persone che hanno una fede in qualcosa di
grande, ma si accorgono che probabilmente i custodi del
divino sulla Terra non appartengono ad altro che ad un
potere forte, con tutte le sue contraddizioni, con
tutte le sue esigenze. Personalmente ho maturato negli
anni delle convinzioni ateistiche molto forti ma
rispetto totalmente chi sente il bisogno di credere in
qualcosa di grande. Quello che però mal sopporto è
l’istituzione Chiesa, che trovo piena di contraddizioni
ed elementi di arretratezza culturale molto forti. In
un mondo dove milioni di persone muoiono di aids, dove
donne vengono stuprate e costrette a sopportare
gravidanze indesiderate (con la prospettiva di una vita
di stenti per lei e per il bambino), affermare che
usare il preservativo è sbagliato oppure che l’aborto è
un omicidio lo trovo paradossale. Ma attenzione, si può
essere d’accordo o meno con la politica della chiesa
(già dire che la chiesa fa politica è agghiacciante) ma
è da sottolineare che se si “partecipa” alla messa, se
si ricevono i sacramenti, si fa parte di una
istituzione. La Chiesa in Italia si vanta di
rappresentare il 98% della popolazione italiana.
Paradossalmente io appartengo a questa percentuale
poiché essendo stato battezzato sono stato iscritto ai
registri ecclesiastici. Quando i massimi esponenti
della Chiesa Cattolica fanno pressioni e attività di
lobby nei confronti dello stato italiano possono
contare anche su di me poiché per loro io aderisco al
culto. Ma quanti sono in realtà i veri cattolici in
Italia? Chi può veramente dirsi praticante? Ma
soprattutto quanti come me non credono nell’istituzione
ma non sapevano “di farne parte”? Io trovo scandaloso
che una questione di fede, appartenere ad un culto, sia
in realtà una questione di campagna acquisti (delle più
becere). Credere in Dio non dovrebbe essere una scelta
personale? La risposta è no: nasci e qualcuno decide
per te (e soprattutto chi decide per te è veramente
libero oppure ha paura di discostarsi da un rito che
ormai ha i tratti della forzata abitudine?). Dovrebbe
essere il contrario: una persona nasce, cresce e poi
decide. Il problema è che però a persone cresciute in
tal modo non si riescono a mettere le briglie. Concludo
dicendo che la legge italiana ci permette di
far annotare la propria
volontà di non appartenere più alla Chiesa cattolica.
Infine, secondo la legge 196/2003, l’appartenenza
religiosa è considerata un dato sensibile, esattamente
come l’appartenenza sindacale e politica, la vita
sessuale e la salute dell’individuo. Non si capisce
pertanto perché, se la legge impedisce ai genitori di
iscrivere i propri figli a un sindacato, a un partito
politico, non debba conseguentemente impedire
l’adesione a un’organizzazione religiosa
Inizia il diario di bordo
28/04/07 15:05
Ebbene si, anche per me è arrivato il momento di creare
un bel blog. Credo che sia un ottimo strumento per
condividere con chi vuole le esperienze che sto per
vivere. Da ottobre sarò in Germania per fare la tesi e
attraverso questa pagina potrò comunicare a voi tutte
le cose che farò e vedrò.
Sarà un piccolo diario di bordo.
Sarà un piccolo diario di bordo.